Si scaldano i motori, le
insegne dell’AIPO sventolano sugli escavatori pronti ad entrare in
azione. Trionfalistici comunicati dei fautori delle Vasche di
laminazione a Senago si sprecano, politici importanti della Regione e del Comune di Milano si stanno imbellettando in previsione del
taglio del nastro di inizio lavori.
Il magico trio pro vasche,
Viviana Beccalossi (assessore regionale al Territorio, Urbanistica e
difesa del Suolo) e gli assessori al comune di Milano Marco Granelli
(Sicurezza) e Pierfrancesco Maran (Mobilità), seppur divisi da
opposta appartenenza politica, si ritrovano uniti a festeggiare
l’evento portando a termine lo scempio dell’area sud di Senago
pur di portare a casa (nostra) le vasche di laminazione, con il loro
carico di acque inquinate e maleodoranti residui di scorie e rifiuti.
Neanche il ritrovamento di alcuni reperti archeologici, quasi
sicuramente, fermerà l’inizio dei lavori previsti per il prossimo
mese di maggio.
Nei giorni scorsi mi sono
soffermato sulla lettura di alcuni comunicati stampa, pagine del
Sito regionale ed articoli di giornali, ed avendo rilevate alcune
affermazioni con cui non concordo affatto, desidero sottoporre le mie
considerazioni al giudizio ed alla riflessione dei lettori di queste
pagine e dei cittadini senaghesi.
Parto da una notizia di
stampa apparsa il giorno 8 marzo su di un importante quotidiano a
tiratura nazionale e dove si apprende di un incontro a Palazzo
Lombardia dei tre Assessori Beccalossi, Granelli e Maran per fare il
punto della situazione e al termine, viene rilasciato un comunicato
congiunto.
L’assessore regionale Beccalossi, in quota Fratelli
d’Italia afferma: “ si tratta di un percorso molto
complesso, ma finalizzato ad analizzare nel dettaglio tutti i
progetti, con le massime garanzie possibili, nella piena trasparenza
e garantendo la possibilità di partecipazione di tutti i cittadini”…
Ad essere buono ritengo queste affermazioni irriguardose e al limite
della presa in giro di tutti quei cittadini che in questi anni si
sono battuti contro il progetto dell’AIPO e che hanno visto
sistematicamente rigettate tutte le osservazioni e le relazioni con
proposte alternative, altroché partecipazione!
Gli assessori al comune
di Milano Granelli e Maran, entrambi in quota PD invece affermano:
“Abbiamo condiviso negli anni con Governo e Regione che il
piano di vasche è la soluzione più efficace per risolvere un
problema che esiste da 40 anni, per questo insieme abbiamo stanziato
tutte le risorse necessarie per attuarlo. Ora andiamo avanti con
convinzione e con l’obiettivo di rispettare le tempistiche”.
Devo dare atto ai due di aver pronunciato delle parole molto chiare e
prive di dubbi interpretativi, almeno per chi ha nozioni elementari
della lingua italiana. Finalmente si è certificata la volontà
politica di chi ha sponsorizzato e portato avanti con forza questo
progetto: Governo, Regione Lombardia e Comune di Milano, fine delle
trasmissioni!
E’ apparso subito evidente, nel gioco concordato delle domande e
delle risposte, il tentativo di giustificare e sostenere il progetto
delle vasche di laminazione a Senago e non volendo liquidare
sommariamente la questione, ribadendo per questa pagina lo stesso
giudizio espresso nei confronti dell’assessore Beccalossi,
riprendo alcuni passaggi, ampliando alcuni giudizi, condivisi in toto
, espressi in altro articolo pubblicato su questo Blog a firma di
Giovanni Cortese.
Alla domanda: Perché non
si interviene riducendo gli scarichi urbani nel Seveso?
La Regione
risponde: “ridurre gli scarichi è fondamentale per limitare
il rischio idraulico nelle città, ma non è sufficiente poiché
limitare gli scarichi non consente di ridurre in maniera apprezzabile
il volume d’acqua nel fiume e, di conseguenza, non riduce in modo
sostanziale il volume di laminazione necessario per evitare le
esondazioni. E’ sicuramente un contributo importante per la qualità
del corso d’acqua, che però non porta sostanziali benefici
rispetto al problema delle esondazioni”
Che risposta geniale! Un
abito cucito su misura, adattato abilmente a coprire le mutande
sporche, un mix di verità, mezze verità e ovvietà per portare a
conclusioni che non hanno niente a che vedere con la soluzione del
problema.
Limitare gli scarichi, potrebbe non consentire la
riduzione in maniera apprezzabile il volume d’acqua nel fiume, ma
certamente ne migliorerebbe la qualità ed è qui il nocciolo del
problema e che non si vuole capire ed affrontare.
Il Fiume Seveso è
il terzo fiume più inquinato d’Europa, gravemente malato da anni e
mai nulla si è fatto per sanarlo. La situazione è talmente grave
che la Commissione Europea ha richiamato e messo sotto osservazione
numerosi comuni rivieraschi che riversano gli scarichi delle proprie
fogne nel fiume. E non parliamo poi degli scarichi abusivi la maggior
parte dei quali industriali.
Il dato reale è che la condizione delle
acque del fiume Seveso è talmente compromessa da essere stata
catalogata come “pessima” (livello 5, il massimo possibile)
dall’ARPA.
Del resto basta andarsi a leggere le cronache
successive alle esondazioni del fiume a Niguarda e dove vengono
riportate situazioni di “laghi di fetida acqua nera e
inquinata”.
Tutto ciò permette di ribattere anche ad
altre due affermazioni presenti sul sito regionale.
La prima
riguardante le analisi svolte e che non hanno rilevato elementi di
tossicità relativamente né alle acque ne ai sedimenti trasportati
dal Seveso.
La seconda si riferisce alla domanda sul perché non
aumentare la portata del canale scolmatore (CSNO). Semplicissimo,
perché l’Ente “Parco del Ticino” NON vuole
assolutamente che le acque così inquinate arrivino in quantità tale
da rischiare di alterare i parametri chimico-fisici di lunghi tratti
del loro fiume.
Che non ci prendano in giro, le vasche di
laminazione di Senago servono a tutto, tranne che a mettere in
sicurezza la zona nord di Milano dal rischio di esondazioni!.
A tutti questi
politicanti diciamo: continuate nelle vostre menzogne, così sul naso
troveranno posto nidi di cicogne!