sabato 12 novembre 2016
venerdì 4 novembre 2016
Lista Civica Rinnovamento Democratico per Senago

Rinnovamento
Democratico per Senago.
BONUS CULTURA
Informiamo i cittadini che è stato attivato il Bonus Cultura pari ad € 500,00 a
favore dei soggetti che compiono 18 anni nel 2016, utilizzabili per fini
culturali. Per poter usufruire del Bonus di cui sopra, gli interessati devono registrarsi
sulla piattaforma informatica dedicata (www.18app.italia.it)entro entro il 31/1/2017.
lunedì 31 ottobre 2016
VASCHE DI SENAGO
VASCHE DI SENAGO
Lettera aperta via E-Mail all’Assessore
Viviana Becalossi e diffusa alle
testate giornalistiche
Alcuni giorni fa è comparsa sul
quotidiano “ Il Giorno” una intervista
all’Assessore Viviana Becalossi riguardante lo stato dell’arte relativo alla
realizzazione delle vasche di laminazione (meglio decantazione) a Senago.Con estrema baldanza ha comunicato che sono iniziati i lavori per la realizzazione di dette vasche.
Bene! La mattina del 28 ottobre Aipo ha proceduto alla consegna delle aree alle Imprese appaltatrici ( una ATI), con la esposizione di 2 macchinari operatrici ed alcuni camion. A mezzogiorno tutto è finito. Operai e macchinari sono andati via, è rimasta la sola baracc
All’assessore Becalossi diciamo che quando si è intervistati bisogna rappresentare oggettivamente lo stato delle cose, ancora di più se si ricoprono cariche Istituzionali.
Nella citata intervista viene asserito:
-
che è stato ampliato il Canale Scolmatore di Nord Ovest,
e NON E’ VERO, basta fare un piccolo sopralluogo per costatarne la realtà. I
lavori non sono ancora iniziati, e pare che saranno i primi a cominciare da
parte dell’ATI;
-
che con la realizzazione delle vasche di Senago e
l’allargamento del citato canale Milano
è salvata. NON E’ VERO, e lo asserisce
le stessa successivamente dichiarando
che su 17 esondazioni 9 non avrebbero recato danni a Milano.
Sarebbe meglio se non si
facessero asserzioni contrastanti tra di loro!
L’Assessore dovrebbe
spiegare come possano le vasche di
Senago, la cui capienza è di 810.000 mc., trattenere i picchi di piena indicati
da AIPO in 4.400.000 di mc. di acquVi sarebbero tante altre considerazioni da fare, ma sarebbe meglio discuterne con esponenti documentati.
Il Comitato “ No Vasche e Tutela del Territorio” - Giovanni Cortese
Comitato “ Senago Sostenibile” - Mauro Lodi
L’Associazione Rinnovamento Democratico per Senago - Maria Interdonato
Lista Civica Vivere Senago.
giovedì 22 settembre 2016
INFORMAZIONE AI CITTADINI SUL PROJET FINANCING DEL CIMITERO
L’Amministrazione Comunale, con delibera
della Giunta, ha dato il via alle
procedure riguardanti l’intervento al locale cimitero.
Premesso che il tipo di intervento è
previsto dalla vigenti norme, la modalità procedurale, nella fattispecie, per
l’approccio al citato intervento presenta alcuni lati non condivisibili e che
meritano essere evidenziati, discussi e modificati. Tali aspetti di seguito
vengono rappresentati:
1 – l’entità dell’ampliamento va
correlato con le significative modifiche di trattamento delle salme. Sono in
aumento sensibile le cremazioni in questi ultimi anni, per cui è questo un elemento
da tenere presente per il dimensionamento dell’intervento. I dati visionati
fino ad ora non contengono quelli del
2014 e 2015. E’ una svista o qualcos’altro?
2 – il prospetto di raffronto presentato
dall’Amministrazione Comunale è parziale, e non riporta tutte le operazioni
previste dalla bozza di convenzione. Il che potrebbe volere dire che le
operazioni non raffrontate saranno sicuramente
più costose per i cittadini. Per cui quanto divulgato dalla A.C. è relativamente attendibile.
3 – E’ bene che si sappia che i
cittadini non potranno effettuare alcun intervento direttamente, ma solo tramite
la società, e quindi certamente più costoso;
4 – la bozza di convenzione va
modificata per garantire l’Amministrazione Comunale, e con essa i cittadini,
prevedendo una fidejussione sicura (il
centro sportivo è un esempio negativo) bancaria o se assicurativa con la
dizione “contratto autonomo di garanzia”.
In tale modo l’Amministrazione
Comunale potrebbe escutere somme direttamente dalla polizza in caso di
inadempienze;
5 – l’intervento riguarda opere
pubbliche, per cui l’affidamento dell’intervento è soggetto alle procedure di
cui al D.Lgs. 50/2016;
6 – la durata contrattuale viene fissata
in 15 anni più 2 di possibile proroga.
La preventivazione economica dell’intervento per la quale è stata presentata
validità attestata dal Commercialista
del proponente , si base su dati soggetti a variazione. Nella fattispecie, dato che il mercato degli appalti è certamente in
diminuzione, per un corretto rapporto
reciproco, oltre ai contratti di appalto devono essere presentate copie delle
fatture dei lavori. Talchè sia possibile ritarare alcuni parametri. Ciò a
garanzia di entrambi i contraenti;
7 -
con l’attivazione della convenzione
in contesto praticamente il privato gestirà totalmente il cimitero,
senza che venga fissato un report periodico per la valutazione dello stato
dell’arte sia durante la costruzione che
durante la gestione, in modo che il
Responsabile Unico del Procedimento(RUP) di parte Comunale possa attivare le necessarie
misure;
8 – Con l’avvio della nuova gestione del
cimitero verranno a mancare le entrate provenienti dallo stesso, per cui il
Comune nei prossimi anni dovrà indebitarsi ulteriormente.
“Rinnovamento Democratico per Senago”
lunedì 18 luglio 2016
" SECONDA PARTE "
Seconda parte
Questa sul Referendum è la battaglia di
tutte le battaglie, quella finale. Infatti, vedo nelle riforme imposte da Renzi
a colpi di maggioranza, almeno due pericoli in particolare: il forte e
prevedibile rischio della tenuta del sistema
democratico e quello dello squilibrio
istituzionale.
Sul primo rischio del sistema
democratico ho cominciato a parlarne nell’articolo precedente ma siccome è un
punto a cui tengo molto vorrei sottolineare altre questioni per poi terminare
con l’altro aspetto. La riforma “Renzi-Boschi” attacca frontalmente il principio della sovranità popolare, principio che tutela i nostri diritti sostanziali e il nostro
benessere sociale. La democrazia significa anche pane per tutti perché quando
il popolo sovrano controlla i governanti, episodi così disastrosi come la
carestia non possono verificarsi. E’ del
tutto evidente che quando sono in pochi a decidere, decideranno nell’interesse
dei pochi, quando sono in molti a partecipare alla decisione, decideranno
nell’interesse dei più. Per questo l’articolo
1 della Costituzione enuncia il principio
fondamentale per il quale “la sovranità appartiene al popolo”.
I numeri sono numeri e non
chiacchiere da Bar dello sport, la
legge elettorale garantisce che circa il 60 – 70 % degli eletti in Parlamento
sia indicato direttamente dai segretari di partito ( con la norma dei capolista
bloccati, e cioè dando la possibilità di predeterminare di fatto i parlamentari
che saranno eletti). Anche i bambini delle elementari sanno che il 60% è la
maggioranza assoluta di ogni singolo gruppo parlamentare, in questo modo, tre o
quattro segretari di partito possono dirigere l’intero gruppo parlamentare.
Costoro pertanto, ancor più in mancanza di una legge sulla democrazia interna
dei partiti da sempre annunciata e mai attuata, potranno designare la
maggioranza dei parlamentari e di fatto gestirli a loro piacimento con lo
spauracchio, o minaccia se volete, di non ricandidarli la volta successiva. Con
il premio di maggioranza proposto nella riforma, nemmeno è necessario il
sostegno popolare più ampio per poter governare il Paese, così, in forza di
quanto proposto è una minoranza della popolazione a determinare il destino di
tutti. Ed è il Segretario del partito vincente (e solo lui) a determinare a sua
volta la maggioranza assoluta dei rappresentanti del popolo. Per dirla con le
stesse parole del giurista Stefano Rodotà, passeremo da “una democrazia rappresentativa
ad una investitura con logica ipermaggioritaria, seguita dal dominio del
governo sul Parlamento”. “ Se una
Camera fosse effettivamente rappresentativa e garantisse l’equilibrio, allora
anche una riduzione del Senato ad una funzione simbolica o addirittura ad una
sua cancellazione potrebbe non avere effetti dirompenti sul sistema” ma
in questo caso si va in senso
diametralmente opposto. Per rafforzare la funzione di garanzie – prosegue il
giurista – occorre “ permettere al Senato di dare parere vincolante sul bilancio, sui
conflitti d’interesse, sulla convalida delle elezioni, le commissioni
d’inchiesta e le nomine” . Io mi sento di aggiungere che questa riforma toglie sovranità al popolo che non potrà
scegliere i futuri Senatori (eletti in modo indiretto dai Consigli Regionali e
tra i rappresentanti dei Sindaci) che
saranno decisivi, anche per la futura ratifica dei trattati europei ed avranno una pesante incidenza
sull’elezione del Presidente della Repubblica. E’ una legge che non prevede “contrappesi e poteri di controllo” di una
auspicabile Repubblica Presidenziale, che non stabilisce il principio di
“equità generazionale”, non prevede delle norme “antiribaltone”, non
riforma la Corte Costituzionale, non attua il
federalismo fiscale e il potere di nomina e di revoca dei ministri da parte del
Presidente del Consiglio.
Uno degli argomenti portati
avanti dai sostenitori della “Renzi-
Boschi” è il risparmio dei costi della politica, ma non è proprio così. I
risparmi sono minimali e si possono quantificare solo nell’abbattimento del costo dei locali per le attività dei
Senatori eletti, ben poca cosa di fronte all’enorme sperpero di denaro della
politica. Perché non si è pensato di proporre un consistente taglio allo
stipendio dei parlamentari e delle loro agevolazioni? Qualcuno ci deve spiegare
perché a fronte di uno stipendio già cospicuo , i nostri parlamentari, debbano
poi prendere anche un gettone di presenza molto remunerativo per ogni commissione parlamentare a cui
partecipano ( su base mensile si va da un minimo di 2500 € ad un massimo di
6.200 €) , per non parlare poi di una lunga serie di benefit e agevolazioni di
cui godono questi Signori e le loro famiglie, solo perchè apparentati ad essi
(spese per mantenimento ai figli nelle scuole private e prestigiose italiane e
no, spese funerarie del parente anche meno prossimo ect.ect.).
Renzi ha affermato che: “se vince
il NO al Referendum, nel 2017
entreremo in recessione con il calo del 4% del PIL e perderemo 600.000 posti di
lavoro” . Il Ministro Boschi ha affermato che se vince il NO si bloccherà il rinnovamento del Paese, si sono dimenticati di
aggiungere: fame, vacche magre, invasioni di locuste, desertificazione e lo
scudetto per altri 10 anni di fila alla
Juventus.
Cari Signori, a voi rispondo che: questa è una
riforma mal scritta, brutta, che nasce da un Parlamento
Illegittimo, come stabilito dalla Corte Costituzionale, figlia del terzo
Presidente del Consiglio consecutivo non eletto dagli italiani ma nominato dal
Presidente della Repubblica, il Senatore
a vita Giorgio Napolitano, ma la Democrazia NON ha prezzo e non può subire
ricatti ed è per questo che al Referendum io voterò NO!!!!
A.R.
Antonio Baldassarre – Giurista, Presidente emerito della Corte
costituzionale
Gustavo Zagrebelsky – Giurista, Giudice Istituzionale, ex Presidente della
Corte costituzionale
Stefano Rodotà – Giurista , politico e accademico
Giorgio Lo Feudo – Avvocato, Giornalista
Caterina Minutolo – Professoressa di Diritto
Giuseppe Valditara – Giurista, Professore ordinario di Diritto privato
romano
giovedì 14 luglio 2016
REFERENDUM ECCO PERCHE' VOTO NO
Referendum, ecco perché voterò no! (parte prima)
Giusto il tempo per i segretari dei partiti politici di metabolizzare le recenti elezioni amministrative con una provvidenziale vacanza estiva che, al rientro nelle città e nella ripresa dell’attività politica di fine agosto, gli italiani saranno impegnati nella decisione epocale di dare un significato all’imminente Referendum costituzionale di ottobre. La materia è di quello tosta e i supporter delle due fazioni , emuli delle italiche storie dei Montecchi e Capuleti, dei Guelfi e dei Ghibellini sono già scesi in campo con argomenti a favore del SI e del NO. A dire il vero la propaganda, ma soprattutto la contropropaganda, è già cominciata da qualche mese, il tentativo è quello di creare confusione negli italiani tirando in ballo argomenti pretestuosi e insipienti che nulla hanno a che vedere con la reale portata della nuova legge che andremo ad approvare o meno. Per quanto compete alle mie modeste capacità intellettive e appeal politico nella comunità senaghese, provo a cimentarmi nell’analisi del testo e nell’esprimere il mio parere finale con la speranza che tutto ciò che andrò a scrivere da qui in poi possa essere di aiuto per i nostri concittadini, almeno quelli che sanno leggere e scrivere.
La Riforma Costituzionale targata Firenze, del duo dei presunti rinnovatori Renzi-Boschi, viene presentata e proposta dai promotori come la grande “svolta” capace di ridurre i costi e i tempi di approvazione da parte del Parlamento delle nuove leggi e/o provvedimenti. Tuttavia, costoro, uniti ai sostenitori del SI, non entrano mai nel merito di tale legge ed evitano accuratamente di illustrarne la reale struttura normativa la quale, in moltissimi punti, penalizza fortemente i cittadini e la democrazia. Grazie alla lettura di numerosi articoli proposti dai affermati Giuristi, Costituzionalisti e Professori Universitari, anche se non senza difficoltà, mi hanno permesso di trovare gli strumenti e il metodo di analisi del testo di riforma.
La chiave di lettura è di avvalersi di due documenti fondamentali: la sentenza della Corte Costituzionale n°1/2014 e il testo della nuova legge elettorale denominata Italicum. Grazie a tali supporti si riesce a comprendere, da un lato la volontà politica di vanificare il magnifico contenuto della predetta sentenza, dall’altro la portata dirompente per la democrazia e per i cittadini-elettori dell’interazione tra l’Italicum e la Riforma. Ciò premesso, vengo a segnalare due gravi offese che quest’ultima produce a discapito della sentenza n°1/2014 con l’impegno di affrontare altri argomenti, sempre importanti, in un successivo articolo.
La sentenza sopra citata ha avuto l’importanza di sancire due principi fondamentali, il primo l’incostituzionalità del Porcellum i cui contenuti, purtroppo, risultano reiterati nell’Italicum: capilista bloccati, candidature multiple, inesistenza della soglia minima al ballottaggio ed altro.. sia (e di questo si legge davvero poco) dall’aver attribuito , a ogni cittadino, la possibilità di invocare in via incidentale, la Corte Costituzionale , affinché si esprima sull’eventuale illegittimità delle leggi elettorali. Sicuramente in pochi sanno che prima di tale sentenza il giudizio su tale tipologia di legge spettava esclusivamente al Parlamento laddove l’art. 66 della Costituzione gli assegnava, e ancora oggi gli assegna, una sorte di “giurisdizione riservata” in materia di elezione di deputati e senatori. Il deliberato della Corte Costituzionale n° 1/2014 attenua tale riserva, ha stabilito infatti, che non esistono zone franche di insindacabilità costituzionale poiché tutte le leggi, comprese quelle elettorali devono poter subire il controllo di legittimità anche su iniziativa di un singolo cittadino. In parole povere e sottolineo l’importante elemento di democrazia, la sentenza n°1/2014 ha messo chiunque nelle condizioni di rilevare un elemento di illegittimità nelle leggi elettorali e chiedere ad un giudice di inoltrarlo o meno alla Corte Costituzionale.
Il Duo Renzi-Boschi, , ha pensato bene di osteggiare tale principio sancito, introducendo nella riforma una norma, scopiazzata dal sistema francese, in cui si enuncia la facoltà del Parlamento di richiedere alla Corte una sentenza (non un parere ) di legittimità costituzionale della legge elettorale prima della sua promulgazione . Sono evidenti gli sgarbi istituzionali provocati da questa scelta innovativa e gli esperti della materia ne sottolineano alcuni, per difficoltà e pesantezza degli argomenti ne cito soltanto alcuni: 1) si mortifica il potere del capo dello Stato di rinviare alle Camere l’eventuale legge ritenuta scorretta, perché ciò sconfesserebbe il pronunciamento preventivo della Corte: sarebbe assai strano di decidere di non firmare una legge di fatto già approvata dalla Consulta; 2) si introduce uno strumento giurisdizionale , appunto la sentenza della Corte, in un percorso ancora tutto politico, quale è quello di formazione parlamentare di una futura norma , realizzando così il caso unicum in cui, un progetto di legge non ancora promulgato e quindi ancora “atto politico”, venga preventivamente sindacato con una sentenza, ossia con qualcosa che non appartiene all’almanacco del potere legislativo ma a quello giudiziario; 3) si snatura ogni portata di valenza sociale di ogni norma di legge la quale, al pari delle parole che quotidianamente utilizziamo per comunicare, può essere considerato un organismo di natura vivente che assorbe e rilascia effetti, talvolta imprevedibili, solo a seguito della sua entrata in funzione. E’ chiaro a tutti che questo vale anche per le leggi elettorali le quali, una volta in vigore , possono registrare modifiche ed effetti pratici, deleteri, vedi “Porcellum” invisibili prima dell’approvazione. In parole povere cosa significa tutto questo? Semplicemente che ai cittadini, ai quali la sentenza n°1/2014 aveva confermato la possibilità di intervenire per segnalare le eventuali, ciò che ritiene storture della legge elettorale, non potrà più farlo perché il giudizio in anticipo, voluto dalla riforma Renzi-Boschi elimina l’ipotesi di provocarne un altro in un momento successivo. E’ del tutto evidente, infatti, che la Consulta in presenza di un pronunciamento preventivo favorevole, difficilmente smentirà se stessa emettendo un altro di segno diametralmente opposto.
Ma non è tutto, si è detto all’inizio che le offese dalla predetta sentenza sono almeno due. la prima è stata già enunciato, la seconda invece attiene all’inosservanza da parte della nuova legge di riforma, della conclamata incostituzionalità dell’elezione indiretta dei rappresentanti del popolo. La n°1/2014 lo ribadisce con argomenti forti e con dovizia di particolari, nel momento in cui precisa: “che il suffragio per l’elezione dei deputati e dei senatori è diretto (art. 56 e 58) che il voto è personale e libero (art. 48) che si riconosce al popolo il diritto alla scelta del corpo legislativo. Tutto questo , purtroppo, almeno per quanto riguarda l’elezione del “nuovo Senato”, viene spazzato via in un solo secondo difatti, i nuovi senatori, si auto- sceglieranno fra coloro che in quel momento occuperanno gli scranni di consiglieri regionali o Sindaco. Tutto ciò avverrà senza voto di preferenza ma attraverso il solito insopportabile e consolidato malcostume sistema delle liste bloccate il quale, ovviamente, non ha nulla a che vedere con la tanto acclamata “… conformità alle scelte espresse dagli elettori…”
E infine, visto che noi cittadini-elettori non avremo nessuna voce in capitolo, chiediamoci: con quali criteri selettivi verranno messi in lista-bloccata i fortunati neosenatori? Personalmente non vorrei ritrovarmi qualche personaggio attenzionato dalla magistratura il quale, senza rappresentare la nazione e forte di una proclamazione da parte dei governatori delle Regioni, potrà godere di una comodissima , provvidenziale e vergognosa immunità parlamentare.
Fine prima parte.
venerdì 1 luglio 2016
LA RISPOSTA DEI " POTERI FORTI "
OSSERVAZIONI ALLA
SENTENZA DEL TRIBUNALE SUPERIORE DELLE ACQUE
Ho preso atto della
sentenza del Tribunale Superiore delle Acque n.193/2016.
Al riguardo dopo averla riletta non ho potuto che concludere
che i poteri forti sono determinanti.
Le sentenze si accettano e si rispettano, ma nella
fattispecie non può esserci rispetto, anzi
va certamente criticata , vista la maniera e la sostanza delle
argomentazioni addotte dal Collegio Giudicante per motivare una sentenza che ritengo sia stata definita e poi giustificata.
In ordine al punto 11 della sentenza, ed a seguire il punto
12, si dichiara, con una pregevole
esibizione di trapezista, che la
VIA
“… implica una complessa approfondita analisi comparativa
tesa a valutare il sacrificio ambientale imposto rispetto all’utilità
socio-economica ….”. In effetti è un giro di parole per dire che siccome le
vasche di Senago interessano Milano, anche se ormai è acclarato che non
risolvono il problema esondazione, non interessa a nessuno la salute del
cittadini di Senago, Bollate e a seguire Novate e Baranzate, perché anche per
questi il rischio inquinamento è più di
un rischio. Viene poi anche scritto che la VIA “… è espressione di una ampia discrezionalità
amministrativa, che si esprime attraverso un complesso giudizio amministrativo
di bilanciamento della molteplicità di interessi…..”
Evviva! Siamo arrivati: la salute dei cittadini di Senago e
dei sopracitati comuni, che non dovrebbe avere prezzo, la barattiamo con
interessi di altri1. BRAVI!
Conclusione: “la
VIA non è affetta da vizi tali da rilevarne la palese
illogicità o irragionevolezza”.
Quindi con le sole considerazioni
del Collegio Giudicante si esprime una sentenza.
E’ ridicolo ed un giurista dovrebbe esprimersi con elementi concreti lasciando
a casa le proprie considerazioni.
Al punto 13 salta fuori la discrezionalità del procedimento
in esame nella scelta delle alternative. E il territorio? Ma il dolce è dato dal 2° capoverso del punto
di che trattasi, allorchè viene coinvolto il Comune che “in conferenza dei Servizi, ha espresso
una proposta alternativa che, in ogni caso, prevede la realizzazione di una
vasca di laminazione, seppure di dimensioni ridotte di un quarto rispetto al
volume della VIA”. L’Amministrazione comunale con uno spirito di sussidiarietà
penso che abbia voluto dimostrare la volontà di contribuire alla soluzione del
problema di Milano, peccato che è stata interpretata
come una accettazione
delle vasche. A questi personaggi (AIPO e C.) non bisogna lasciare
spazio alcuno, come ho sempre sostenuto.
All’ultimo capoverso del medesimo punto 13 viene
scritto “….. le analisi condotte dimostrano la non pericolosità dei
sedimenti …..”. Credo che ci voglia una bella faccia tosta.
Se le acque del Seveso non producessero
sedimenti pericolosi perché non si inviano le stesse al Ticino risparmiando
oltre 125 mln di Euro ? Perché si parla di “specifiche prescrizioni “ o una
“specifica caratterizzazione qualitativa a seguito degli eventi di piena”? Il
discorso al riguardo è il nulla nel nulla.
Al punto 14 - Viene inopinatamente affermato che “ nella relazione istruttoria gli aspetti
paesaggistici e naturalistici siano stati adeguatamente valutati”e poi si
definisce il sito privo di alcun interesse flora-faunistico. Ma allora perché è
nel parco delle Groane?
Al punto 16 – Con una superficialità mastodontica si relega
l’argomento acque ad un qualcosa di insignificante. E’ evidente
che il Collegio non ha voluto capire il problema ed ha preferito glissare, o
meglio ha preferito non affrontare il problema per continuare a giustificare il
non accoglimento delle istanze del Comune. E’ semplicemente vergognoso.
Il punto 17 – Attiene
alle linee guida per la componente salute pubblica degli Sia e quelle per
l’autorizzazione delle emissioni gassose delle attività ad impatto odorigeno
(DGR n. 1266/14 e DGR 3018/12 ) , il Collegio Giudicante rinvia la valutazione
alla commissione tecnica regionale, che con le prescrizioni avrebbe risolto il
problema. Premesso che alle
prescrizioni non è stato ottemperato, non è certo che la valutazione della
commissione sia la realtà della
situazione a vasche realizzate. Tanto a loro importa poco se i Senaghesi
avranno problemi di salute o condizioni di vita degradate.
Punto19 – Tratta il piano di utilizzo del materiale scavato.
Nella dichiarazione di infondatezza il Collegio
fa un triplo salto mortale: “il decreto si applica solo alle terre e
rocce da scavo che provengono da attività o opere soggette a VIA..” ed aggiunge che l’opera in esame non è
soggetta a VIA. Ma se non era necessaria, cosa che non è, perché è stata fatta?
E’ veramente ridicolo. Come è ridicolo, ma c’è da piangere, la distinzione
dello scavo per una cava da quello per le vasche che sono 17 ettari di scavo (
1.400.000 mc di materiale)!
A questo punto
ritengo che come Gruppo di Lavoro, se condiviso, vengano poste in essere tutte le azioni
possibili per contrastare la realizzazione in contesto, sperando che vi
sia qualche Istituzione in grado di
valutare e deliberare serenamente al di sopra delle parti , nel rispetto dei
cittadini e della loro salute, non ultimo l’avvio dell’azione presso la Corte
Europea.
Penso anche che dovremo attrezzarci per mitigare gli effetti
derivanti dalla costruzione delle vasche, e ove possibile per ritardarne la
realizzazione, anche in maniera che si possa verificare se il piano verrà
realizzato integralmente. Confido
intanto anche nell’azione attivata con l’ANAC. Non si sa mai:
sabato 18 giugno 2016
CENTRO SPORTIVO DI SENAGO E .....I SUOI DEBITI
CENTRO SPORTIVO DI SENAGO E
….I SUOI DEBITI
Un altro problema si affaccia per
l’Amministrazione Comunale di Senago : i debiti del Centro Sportivo .
Occorre premettere che a seguito
di formale ingiunzione da parte del
Sindaco nei confronti della Senago Calcio, volta a riscuotere i crediti vantati, e per i quali era stato
concordato un piano di rientro, mai concluso,
tra l’Amministrazione Comunale ed il Presidente onorario Alfredo Fois, la società sportiva ha
formalizzata opposizione , notificata il 5.11.2015 (le notizie al riguardo però
si sono avute dopo 6 mesi dalla notifica).
In data 19 aprile 2016 il giudice ha rigettato l’istanza di
sospensione dell’atto di ingiunzione proposta dall’ASD, e fissato per il
28.9.2016 i termini per le memorie delle parti.
Pertanto il contenzioso verrà
affrontato in sede giudiziale.
Corre però l’obbligo di fare alcune puntualizzazioni, fermo
restando nella magistratura il potere giudiziale.
1 - La Società
Sportiva “Senago Calcio” dichiara che a fronte dei debiti ha
eseguito opere di manutenzione
straordinaria, ma non esibisce alcuna fattura.
Al riguardo è da evidenziare il contenuto dell’articolo 1 della Convenzione tra
le parti,, che stabilisce:
a – “Dopo l’assunzione della
concessione, non potranno essere invocati dal concessionario motivi atti a
formare rivendicazioni (soprattutto di
ordine economico) derivanti dallo stato di manutenzione ordinaria e
straordinaria e di funzionamento di strutture, impianti,arredi e attrezzature,
motivi che non fossero esplicitamente segnalati per iscritto nel verbale di
consegna” ;
b – “Il concessionario a propria
cura e spese, potrà apportare miglioramenti ed adattamenti…….solo previa
autorizzazione scritta del Comune”.
Va da se che ogni intervento
doveva avere la preventiva autorizzazione scritta da parte del Comune.
Cosa inesistente.
Per quanto riguarda il bar, per
il quale ASD ha dichiarato di avere eseguito lavori, all’art.2 punto 9 della
convenzione è indicata la riqualificazione dello stesso a cura e spese del
concessionario.
La ciliegina è però rappresentata da una polizza fidejussoria nulla perché
immediatamente dopo il suo rilascio,
l’assicurazione rilasciante è sparita, ma l’aspetto più grave è che il Comune
non ha richiesto una nuova polizza, pena la rescissione della convenzione.
Inoltre è bene evidenziare che
nel mentre per l’affidamento della piscina e altri servizi si è proceduto con formale gara, per quanto riguarda il
campo di calcio ed altri servizi è intervenuta
per l’affidamento una Delibera di Giunta . Qualcosa non torna!!
Si attendono adesso le
determinazioni giudiziali, tenendo presente che le convezioni scadono nel 2018,
e qualora si dovesse andare ad un nuovo piano di rientro, da completare entro
la suddetta data di validità della convenzione di che trattasi, lo stesso dovrà
essere garantito da fidejussione bancaria, o se assicurativa con possibilità di
escussione a semplice richiesta(Contratto .autonomo di garanzia).
Rinnovamento Democratico per
Senago
lunedì 13 giugno 2016
DEBITI DEL CENTRO SPORTIVO DI SENAGO
I DEBITI DEL CENTRO SPORTIVO.
Dopo aver letto gli articoli In merito alla querelle apertasi tra il Consigliere Sofo e l’Assessore Maria
Grazia Deponti, poiché quest’ultima fa riferimento alla Giunta Rossetti di cui
io ho fatto parte come Assessore, mi sento in dovere di inviarvi questa nota
per chiarire meglio alcuni aspetti. Personalmente sono stufo che su qualsiasi
argomento si tiri in ballo impropriamente la Giunta Rossetti come se fosse
responsabile di tutte le porcherie
politiche e amministrative degli ultimi 25 anni. In 22 mesi di amministrazione
avremmo dovuto affrontare centinaia di problemi ereditati dalle amministrazioni
precedenti di cui la Deponti e sodali hanno fatto parte. Quando non sanno
argomentare le loro risposte con documenti e fatti reali sono in grado soltanto
di sollevare polveroni inutili e pretestuosi.
Deponti: “ in premessa è giusto
fare il quadro dei fatti – ha spiegato il vicesindaco – cercando di capire come
come si è arrivati a questa situazione”. Tra il 2008 ed il 2013 la Senago
calcio accumula un debito di circa 116.000 euro con il Comune. Gli impianti vengono consegnati alla società
calcistica nel luglio del 2008 sotto la Giunta Chiesa e le attività prendono il
via. La firma della concessione arriva nel luglio del 2010 sotto la Giunta
Rossetti…
Deponti: “…La giunta Rossetti e
gi allora assessori sollevavano grandi polveroni, senza mia concludere nulla a
favore dell’Amministrazione comunale e della cittadinanza, proprio sulle
questioni relative alle pendenze della gestione del centro sportivo. Se poi
avessero avuto dubbi sull’affidamento alla Senago Calcio di una parte del
Centro Sportivo avrebbero potuto evitare di procedere alla firma della
concessione alla stessa. Come mai non l’hanno fatto?”…
La riposta è nei documenti e
l’Assessore Deponti la conosce molto bene
ma è meglio chiarirla per la cittadinanza. Nel 2008 la Giunta Chiesa, di
cui faceva parte anche la Deponti, prendendo a pretesto la legge Regionale n°27
del 14.12.2006 che auspicava (quindi non in maniera perentoria!) il
coinvolgimento dell’Associazionismo sportivo nell’affidamento degli impianti
sportivi locali, decide di dividere in due parti la gestione del centro
sportivo e approvano tre delibere di giunta. (a mio avviso, questo è il “peccato originale” , che ha portato a tutte le conseguenze attuali. Sarebbe
stato opportuno mettere a Bando l’intero centro sportivo ed affidarlo ad una
società esterna capace di gestire strutture del genere invece si è provveduto
nel modo sbagliato, soltanto con lo scopo di beneficiare di un consenso
elettorale)
La prima è la n° 61 del 08/05/2008 avente ad Oggetto: AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DI ALCUNI IMPIANTI DEL CENTRO SPORTIVO
RICREATIVO DI SENAGO E DEI RELATIVI SERVIZI, riguardante: piscina coperta, piscina
coperta per bambini, palazzetto dello sport, campo calcetto scoperto, campi
coperti polivalenti (tennis e calcetto) e abitazione del custode. A questa
delibera di Giunta fanno seguito tre determine dirigenziali la prima è la n°
429 del 27/05/2008 per l’indizione della gara ad evidenza pubblica; la seconda
è la n°505 del 26/06/2008 per la nomina della commissione per l’affidamento e
la terza è la numero 528 del 03/07/2008
avente ad oggetto Aggiudicazione della gara. Il 21/04/09 (a poche settimane
dalla fine del mandato della Giunta Chiesa), il Dirigente incaricato
sottoscrive la convenzione con la
società vincitrice della gara.
La seconda delibera di Giunta
è la n° 69 del 20/05/2008 avente ad
oggetto: AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DI ALCUNI IMPIANTI DEL CENTRO SPORTIVO
RICREATIVO DI SENAGO E DEI RELATIVI SERVIZI. SECONDO ATTO DI INDIRIZZO per
l’assegnazione di :
1 campo di calcio scoperto a
11 principale, con pista d’atletica
1 campo di calcio scoperto a
11 secondario
1 campo di calcetto scoperto
1 struttura adibita a
bar/reception
Aree attrezzate per il gioco
libero ed aeree verdi presenti all’interno del centro sportivo
Con questa delibera
l’amministrazione prevede di assegnare tutto di cui sopra, tramite selezione
preferenziale a società e associazioni sportive dilettantistiche.
La terza delibera di Giunta è
la n° 117 del 06/08/2008 avente ad
oggetto: AFFIDAMENTO IMPIANTI RESIDUALI
DEL CENTRO SPORTIVO COMUNALE ALLA SOCIETA’ SENAGO CALCIO con cui si affida
direttamente tutti impianti e le aeree indicate nella delibera precedente alla
società “Senago Calcio”
La convenzione tra la società
sportiva e l’amministrazione viene firmata il 20/07/2010 (quindi sotto
l’amministrazione Rossetti)
Orbene, guardando attentamente
la cronologia degli atti deliberati dalla Giunta Chiesa si capisce bene che il percorso
dell’assegnazione degli impianti era praticamente già tracciato, senza
possibilità alcuna di rimettere in discussione tutto. La prima parte del Centro
perché, oltre alla delibera di giunta, si era provveduto ad indire la gara ed
ad assegnare gli immobili tramite convenzione. La seconda parte del Centro
invece, con una delibera di Giunta che di fatto impediva altra soluzioni se non
a fronte di una causa che avrebbe visto sicuramente soccombente l’Amministrazione nei confronti
della Senago calcio che era già entrata in possesso e gestiva di quanto in
delibera, ben un anno prima. Oltre all’aspetto del danno economico, non indifferente,avremmo dovuto
affrontare poi, anche l’urto di una campagna
politica denigratoria da parte dell’opposizione sempre abile a
strumentalizzare e a distorcere la realtà. ( vedere la storia delle vasche di
laminazione di cui loro, le candide verginelle Fois, Chiesa, Deponti e
Campagner sapevano da anni ma venivano
in consiglio comunale ad accusare noi di nascondere le informazioni)
Dall’attenta lettura delle
date degli atti si capisce molto bene che le gravi inadempienze le ha commesse,
a mio parere, la Giunta Chiesa (di cui facevano parte Fois e Deponti come
assessori e Campagner come Consigliere di maggioranza), perché già nel 2007,
dopo che si era provveduto a riparare le perdite dal sistema antincendio, non
hanno provveduto alla divisione delle utenze? In fondo hanno avuto a
disposizione quasi due anni di tempo per
poterlo fare e poi, perché mentre con una parte del Centro sportivo sono
riusciti a completare un iter ben più complesso e a firmare la convenzione con
la società vincitrice della gara mentre con la Senago Calcio no?
Paradossale è il fatto che
l’Assessore Deponti vuol fare passare come colpa la dovuta regolarizzazione
di un rapporto tra l’Amministrazione e una Società sportiva, probabilmente lei
e la sua maggioranza (passata ed attuale) preferivano mantenere un rapporto non
regolamentato, dove non si capiva chi doveva fare cosa e chi doveva pagare le
utenze, le manutenzioni o altro; come da copione di situazioni precedenti riguardanti altre Società
di calcio.
Deponti: “…la Giunta Fois ha
affrontato i problemi dapprima con la predisposizione di un piano di rientro,
poi con l’annosa questione della divisione dei contatori e nel 2015 con
l’ingiunzione di pagamento alla società debitrice”…
Intanto a me risulta che i
piani di rientro sono due e su questo argomento desidero fare alcune
riflessioni tirando anche in ballo la storiaccia della Fidejussione, su sui
Sofo non ha chiesto nulla e l’Assessore se ne è ben guardata di parlarne.
Nella convenzione firmata
dalla giunta Rossetti era prevista una fidejussione di 50.000 euro a garanzia
di eventuali debiti della società sportiva nei confronti del Comune, fidejussione
regolarmente stipulata e pagata ma che,
stranamente, non è stata riscossa da questa Amministrazione all’atto della
stipula dei piani di rientro, come avrebbe dovuto fare a mio modesto parere.
Solo recentemente e a seguito di
specifiche domande, fatte in commissione d’indagine sul Centro sportivo dal
consigliere Batticciotto, si è scoperto che la fidejussione non è valida in
quanto la società incaricata della sottoscrizione non esiste più. Come mai
nessuno si è accorto di questo fatto?
Perché si è aspettato anni per comunicarlo ai consiglieri comunali? Successivamente,la clausula fidejussoria a
garanzia di eventuali debiti è stata sottoscritta nuovamente con società bancaria o
assicurativa di primaria importanza? Mi pare davvero molto strano che
funzionari esperti e capaci si siano persi su un aspetto così importante della
convenzione.
Per quanto riguarda l’impegno
di questa amministrazione nel risolvere il contenzioso, è tutto da verificare con
le cronistoria degli atti. Si sono mossi soltanto quando sono stati costretti a
farlo poiché alcuni consiglieri comunali hanno cominciato a richiedere
documenti ed informazioni, non prima. A
supporto da quanto da me affermato due
semplici riferimenti temporali: la
commissione d’indagine sul Centro sportivo comincia i lavori nell’aprile 2015
la delibera di giunta n° 116 con la quale l’amministrazione autorizza l’azione
legale di recupero del credito, porta la data del 04 Agosto 2015 e fa
riferimento al primo piano di rientro di
100.000 euro circa che copriva il periodo fino al 2012 e il secondo di euro 33.440 dal 2012 al 2013, da cui si
detraevano le somme già versate per un ammontare di 22.000 euro circa. Da
sottolineare il fatto che il primo piano di rientro fu sottoscritto a nome e
per conto della Senago calcio, dal Presidente Onorario Alfredo Fois, fratello
del sindaco… non ho altro da aggiungere.
Deponti: “…nel mese di Aprile,
grazie ad un’altra azione legale, abbiamo risolto l’annoso contenzioso con
Europroges, ex gestore del Centro Sportivo, l’amministrazione è riuscita a
recuperare 63.000 euro…”
Della serie: accontentiamoci del brodo che la carne costa cara…
L’Assessore si è dimenticato
di dire che la somma della società debitrice era molto più alta, se non ricordo
male, poco oltre i 100.000, quindi, evidentemente, si è raggiunto l’accordo
attraverso una transazione legale. Come mai la Europroges ha visto riconosciuto
tale sconto? Sicuramente ha potuto rivalersi per inadempienze dell’Amministrazione
e ancora una volta saranno i cittadini a pagare la differenza.
Deponti: “…il consigliere Sofo,
si stupisce che il Sindaco Fois venga citato in Tribunale, dovrebbe sapere che,
essendo il sindaco il rappresentante legale del Comune pro-tempore è l’unico a
poterlo rappresentare in giudizio, salvo poi delegare, ovviamente, tutte le
azioni legali e le presenze alle varie udienze all’avvocato incaricato”…
Non spetta a me prendere le
difese di Sofo che è persona capacissima ed in grado di farlo da solo ma faccio
fatica a trovare delle dichiarazioni del
genere a lui riferibili nell’intervista rilasciata e pubblicata nella stessa
pagina di questo settimanale. (N.d.r “IL NOTIZIARIO”) Sofo ha denunciato altro, due fatti gravi, il
primo che questa Amministrazione ha tenuto nascosto ai Consiglieri della Commissione
d’indagine il fatto importante che la Società sportiva il 06 novembre del
2015 ha protocollato un’opposizione
legale avverso all’ingiunzione di pagamento del debito. Secondo che il 9
febbraio il comune è stato citato a presentarsi in tribunale ed anche di questo fatto si sono tenuti ben lontano dal mettere al corrente i Consiglieri. Cose ben
diverse da quanto esposto dall’Assessore Deponti. Evidentemente è questo il
significato che lei e l’amministrazione attuale
danno alle parole TRASPARENZA degli atti e Partecipazione, sorvolo poi
il commentare se conoscono o meno il significato di “ Conflitto d’interesse”. Mi auguro che i Consiglieri di minoranza chiedano al più presto copia di
opposizione presentata dalla Senago Calcio, sono certo che ne leggeremo delle
belle e divertenti.
Concludo dichiarando che le
affermazioni fatte dall’Assessore Deponti, più che difendere Fois lo abbiano
messo in cattiva luce ed in seria difficoltà…. si è aperta la corsa alla
candidatura a Sindaco..
Angelo Rega
sabato 30 aprile 2016
Vasche di laminazione a Senago...qualcosa si muove...
Dopo l’invio all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) presieduta da Raffaele Cantone, dell’esposto formulato dai Comitati contrari alle Vasche a Senago e dall’Associazione Rinnovamento Democratico, la cui notizia è stata data nel corso del Forum dei Cittadini del 7 aprile scorso, è pervenuto il riscontro da parte dell’Autorità medesima.
La citata Autorità ha avviato una indagine conoscitiva al riguardo, invitando AIPO a fornire adeguata documentazione esplicativa sui vari punti posti in evidenza e contemporaneamente ha inviato la medesima lettera raccomandata a Giovanni Cortese, referente del Comitato “No Vasche e Tutela del Territorio”.
L’impegno profuso dai Comitati e dall’Associazione Rinnovamento Democratico per contrastare la realizzazione delle vasche a Senago è sempre stato intenso, senza tralasciare alcuna possibilità che potesse essere utile ad evitare lo scempio del territorio e danneggiare i cittadini. L’esposto presentato alla suddetta Autorità e la conseguente apertura di una indagine ne è la dimostrazione.
Riteniamo che possa essere ancora possibile riaprire la discussione sulle vasche di Senago.
A tale fine invieremo ulteriori documenti e resteremo a disposizione per ogni eventuale necessità.
mercoledì 13 aprile 2016
Referendum del 17 Aprile 2016
Rinnovamento Democratico fa proprie le parole di Paolo Grossi,
presidente della Corte Costituzionale.
“Si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in
cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto, significa essere
pienamente cittadini. Fa parte della carta d'identità del buon cittadino"
venerdì 8 aprile 2016
Automezzi in manovra...
Si scaldano i motori, le
insegne dell’AIPO sventolano sugli escavatori pronti ad entrare in
azione. Trionfalistici comunicati dei fautori delle Vasche di
laminazione a Senago si sprecano, politici importanti della Regione e del Comune di Milano si stanno imbellettando in previsione del
taglio del nastro di inizio lavori.
Il magico trio pro vasche,
Viviana Beccalossi (assessore regionale al Territorio, Urbanistica e
difesa del Suolo) e gli assessori al comune di Milano Marco Granelli
(Sicurezza) e Pierfrancesco Maran (Mobilità), seppur divisi da
opposta appartenenza politica, si ritrovano uniti a festeggiare
l’evento portando a termine lo scempio dell’area sud di Senago
pur di portare a casa (nostra) le vasche di laminazione, con il loro
carico di acque inquinate e maleodoranti residui di scorie e rifiuti.
Neanche il ritrovamento di alcuni reperti archeologici, quasi
sicuramente, fermerà l’inizio dei lavori previsti per il prossimo
mese di maggio.
Nei giorni scorsi mi sono
soffermato sulla lettura di alcuni comunicati stampa, pagine del
Sito regionale ed articoli di giornali, ed avendo rilevate alcune
affermazioni con cui non concordo affatto, desidero sottoporre le mie
considerazioni al giudizio ed alla riflessione dei lettori di queste
pagine e dei cittadini senaghesi.
Parto da una notizia di
stampa apparsa il giorno 8 marzo su di un importante quotidiano a
tiratura nazionale e dove si apprende di un incontro a Palazzo
Lombardia dei tre Assessori Beccalossi, Granelli e Maran per fare il
punto della situazione e al termine, viene rilasciato un comunicato
congiunto.
L’assessore regionale Beccalossi, in quota Fratelli
d’Italia afferma: “ si tratta di un percorso molto
complesso, ma finalizzato ad analizzare nel dettaglio tutti i
progetti, con le massime garanzie possibili, nella piena trasparenza
e garantendo la possibilità di partecipazione di tutti i cittadini”…
Ad essere buono ritengo queste affermazioni irriguardose e al limite
della presa in giro di tutti quei cittadini che in questi anni si
sono battuti contro il progetto dell’AIPO e che hanno visto
sistematicamente rigettate tutte le osservazioni e le relazioni con
proposte alternative, altroché partecipazione!
Gli assessori al comune
di Milano Granelli e Maran, entrambi in quota PD invece affermano:
“Abbiamo condiviso negli anni con Governo e Regione che il
piano di vasche è la soluzione più efficace per risolvere un
problema che esiste da 40 anni, per questo insieme abbiamo stanziato
tutte le risorse necessarie per attuarlo. Ora andiamo avanti con
convinzione e con l’obiettivo di rispettare le tempistiche”.
Devo dare atto ai due di aver pronunciato delle parole molto chiare e
prive di dubbi interpretativi, almeno per chi ha nozioni elementari
della lingua italiana. Finalmente si è certificata la volontà
politica di chi ha sponsorizzato e portato avanti con forza questo
progetto: Governo, Regione Lombardia e Comune di Milano, fine delle
trasmissioni!
Altro punto dolente è
stato la lettura di un testo pubblicato sul sito
www.fiumisicuri.regione.lombardia.it
E’ apparso subito evidente, nel gioco concordato delle domande e
delle risposte, il tentativo di giustificare e sostenere il progetto
delle vasche di laminazione a Senago e non volendo liquidare
sommariamente la questione, ribadendo per questa pagina lo stesso
giudizio espresso nei confronti dell’assessore Beccalossi,
riprendo alcuni passaggi, ampliando alcuni giudizi, condivisi in toto
, espressi in altro articolo pubblicato su questo Blog a firma di
Giovanni Cortese.
Alla domanda: Perché non
si interviene riducendo gli scarichi urbani nel Seveso?
La Regione
risponde: “ridurre gli scarichi è fondamentale per limitare
il rischio idraulico nelle città, ma non è sufficiente poiché
limitare gli scarichi non consente di ridurre in maniera apprezzabile
il volume d’acqua nel fiume e, di conseguenza, non riduce in modo
sostanziale il volume di laminazione necessario per evitare le
esondazioni. E’ sicuramente un contributo importante per la qualità
del corso d’acqua, che però non porta sostanziali benefici
rispetto al problema delle esondazioni”
Che risposta geniale! Un
abito cucito su misura, adattato abilmente a coprire le mutande
sporche, un mix di verità, mezze verità e ovvietà per portare a
conclusioni che non hanno niente a che vedere con la soluzione del
problema.
Limitare gli scarichi, potrebbe non consentire la
riduzione in maniera apprezzabile il volume d’acqua nel fiume, ma
certamente ne migliorerebbe la qualità ed è qui il nocciolo del
problema e che non si vuole capire ed affrontare.
Il Fiume Seveso è
il terzo fiume più inquinato d’Europa, gravemente malato da anni e
mai nulla si è fatto per sanarlo. La situazione è talmente grave
che la Commissione Europea ha richiamato e messo sotto osservazione
numerosi comuni rivieraschi che riversano gli scarichi delle proprie
fogne nel fiume. E non parliamo poi degli scarichi abusivi la maggior
parte dei quali industriali.
Il dato reale è che la condizione delle
acque del fiume Seveso è talmente compromessa da essere stata
catalogata come “pessima” (livello 5, il massimo possibile)
dall’ARPA.
Del resto basta andarsi a leggere le cronache
successive alle esondazioni del fiume a Niguarda e dove vengono
riportate situazioni di “laghi di fetida acqua nera e
inquinata”.
Tutto ciò permette di ribattere anche ad
altre due affermazioni presenti sul sito regionale.
La prima
riguardante le analisi svolte e che non hanno rilevato elementi di
tossicità relativamente né alle acque ne ai sedimenti trasportati
dal Seveso.
La seconda si riferisce alla domanda sul perché non
aumentare la portata del canale scolmatore (CSNO). Semplicissimo,
perché l’Ente “Parco del Ticino” NON vuole
assolutamente che le acque così inquinate arrivino in quantità tale
da rischiare di alterare i parametri chimico-fisici di lunghi tratti
del loro fiume.
Che non ci prendano in giro, le vasche di
laminazione di Senago servono a tutto, tranne che a mettere in
sicurezza la zona nord di Milano dal rischio di esondazioni!.
A tutti questi
politicanti diciamo: continuate nelle vostre menzogne, così sul naso
troveranno posto nidi di cicogne!
Rinnovamento Democratico per Senago
Senago 8 aprile 2016
Ecco il documento sulle vasche di laminazione a Senago presentato al forum dei cittadini del 7 aprile 2016
A nome
dei Comitati “ No Vasche e Tutela del Territorio”, “ Senago
Sostenibile” e dell’Associazione “Rinnovamento
Democratico per Senago” sottoponiamo il presente documento
all’attenzione della cittadinanza e dell’Amministrazione
Comunale, chiedendo ai cittadini presenti di esprimere o meno il loro
assenso alla richiesta formulata.
I
suddetti Comitati ed Associazione
CONSIDERATA
l’arroganza
finora dimostrata da AIPO, Regione Lombardia, Comune di Milano nel
volere realizzare ad ogni costo le vasche così dette di
laminazione , contro la volontà della popolazione Senaghese, contro
ogni ragionevole ragionevolezza
TENUTO
CONTO
che
ancora non si sono espressi:
- la Corte dei Conti
a fronte degli esposti presentati dal Comune di Senago e dai Comitati
in contesto;
- il TAR di Milano a
fronte di un esposto presentato dal Comune di Bollate;
- il “Tribunale
Superiore delle acque” che ha recepito la documentazione e dovrà
emettere sentenza
STANTE
- che
i Comitati ed Associazione di cui sopra hanno in data 4 marzo 2016
inviato apposito esposto alla Autorità Nazionale Anticorruzione;
- che
in data 18 marzo 2016 gli stessi hanno provveduto ad inviare apposita
diffida a proseguire i lavori, dopo il ritrovamento dei noti reperti
archeologici, ad AIPO, Regione Lombardia, Comune di Milano, nonché
per conoscenza a diversi Enti ed Istituzioni , fino a completa
definizione dello stato del sito rispetto alla possibile esistenza di
ulteriori reperti
RICHIEDONO
(la
richiesta viene fatta propria anche da “Vivere Senago”)
che
qualora il Tribunale Superiore delle Acque non dovesse accogliere le
giuste richieste dei Senaghesi, l’Amministrazione Comunale
inoltrerà denuncia alla Corte Europea per la tutela della salute
pubblica.
Firmato da:
Roberto Borghi, Giovanni Cortese, Maria Interdonato, Giuseppe Sofo
Firmato da:
Roberto Borghi, Giovanni Cortese, Maria Interdonato, Giuseppe Sofo
mercoledì 23 marzo 2016
Le “inesattezze” di Regione Lombardia sulle vasche di Senago
Regione Lombardia col sito "fiumi sicuri" intende, a suo modo, dare notizie ai cittadini. Peccato che quelle dell' 11.3.2016 presentino aspetti e motivazioni non corrette. Infatti si dichiara che la vasca di Senago, che raccoglie anche le acque dei torrenti Pudiga e Garbogera, è equivalente ad una vasca di pari volume a Paderno Dugnano. Evidentemente l’estensore dell’articolo non si è accorto che la vasca di Senago raccogliendo le acque dei due suddetti torrentelli (valutati da AIPO in 500.000 mc) potrebbe ricevere solo circa 310.000 mc di acque del Seveso e quindi in tal caso risulterebbe priva di efficacia per Milano. Inoltre Regione Lombardia continua a menzionare il Pudiga e il Garbogera che hanno una loro area di esondazione, come del resto il Seveso nella sua parte alta.
Altra inesattezza quando dichiara che le vasche a nord sono meno efficaci per Milano. Evidentemente non sa (o non vuole sapere) dove sono stati individuati gli altri siti. Ma c’è di più: non sa che i siti più efficaci sono quelli posti sull’asse del torrente e sono anche i più economici!
Quello di Senago non è sull’asse del Seveso ed è a km 4,5 dal punto di presa di Palazzolo.
Alla pseudo domanda del perché non aumentare la capacità del canale scolmatore (CSNO) non ha il coraggio di dichiarare la verità e cioè che non si vuole inviare acque inquinate al Ticino, ma per i cittadini senaghesi evidentemente questo non vale!
Quando risponde alla eliminazione degli scarichi urbani cerca di arrampicarsi sui vetri, perché sa che le Istituzioni non sono in grado di eliminare gli scarichi urbani ed ancor più pericolosi, quelli industriali. Per cui le acque del Seveso saranno sempre inquinate. A ripulirle non ci proveranno nemmeno!
Circa poi la manutenzione delle vasche è tutto in alto mare, Altrimenti, come d’obbligo, avrebbe fatto parte integrante del progetto.
Ma l’assurdo è quando dichiara la scarsa tossicità delle acque del Seveso. Ma se è così perchè non inviarle al Ticino ed evitare spese inutili?
L’intendimento di Regione Lombardia, ma è in buona compagnia, è quello che le vasche di Senago si devono fare, a prescindere della loro efficacia.
Se poi da esse ne deriverà un danno per il territorio e per i cittadini poco male.
Giovanni Cortese
Senago, 22 marzo 2016
Giovanni Cortese
Senago, 22 marzo 2016
Vasche di laminazione: la diffida al proseguo dei lavori di Rinnovamento Democratico e dei Comitati Civici
L'associazione Rinnovamento Democratico, il Comitato "No vasche e Tutela del territorio" e il Comitato "Senago Sostenibile" hanno inviato il 18 marzo scorso una lettera di diffida al proseguo dei lavori indirizzata ad AIPO (Agenzia Interregionale Fiume Po), al Presidente della Regione Lombardia, al Sindaco di Milano e per conoscenza alla Soprintendenza Beni Archeologici, al WWF, a Legambiente e al Sindaco di Senago.
Ecco il testo della lettera:
Ecco il testo della lettera:
Oggetto: Comune di Senago. Rinvenimento reperti Archeologici
Come riportato dalla stampa, in sede di scavi per verificare la presenza o meno di reperti archeologici sul sito dove sono state previste le note vasche di laminazione del torrente Seveso, le indagini hanno rivelato la presenza di alcuni reperti.
Sono stati rinvenuti reperti molto antichi, appartenenti al Neolitico,come anticipato provvisoriamente, dalla dottoressa Cristina Longhi, all’uopo interessata.
E’ da evidenziare che anche altre volte sul territorio Senaghese sono stati trovati resti archeologici importanti.
Ciò posto i sottoscrittori della presente diffidano i destinatari in indirizzo a voler procedere con azioni sul sito in questione, stante la possibilità che vi possano essere ulteriori reperti interrati, quantomeno fino al completo accertamento delle condizioni del sito stesso, con preghiera ai destinatari "per conoscenza" di attivare quanto ritenuto da essi necessario a garanzia e tutela dei beni storici italiani e adoperarsi per una campagna di ricerche sotto la direzione della Soprintendenza dei Beni Archeologici. Ciò a salvaguardia del potenziale patrimonio presente.
Ogni eventuale attività che potrebbe danneggiare reperti interrati verrà denunciata alle Autorità competenti.
firmatari:
Maria Interdonato per l'Associazione Rinnovamento Democratico
Giovanni Cortese per il Comitato "No Vasche e Tutela del Territorio"
Roberto Borghi per il Comitato “ Senago Sostenibile “
Senago, 18 marzo 2016
Roberto Borghi per il Comitato “ Senago Sostenibile “
Senago, 18 marzo 2016
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